mercoledì 25 luglio 2012

Fulvio Cantini, un arbitro italiano a Londra

L’attesa sta per terminare, Londra è vicina anche per Fulvio Cantini, arbitro internazionale dal 1995. “È un po’ che penso alle Olimpiadi. È un impegno importante, sarà un’emozione davvero importante perché questa è sicuramente una gara diversa da tutte le altre“.

Una gara da vivere tutta d’un fiato con un obiettivo in particolare: “spero di fare del mio meglio - continua Fulvio Cantini - vorrei godermi a pieno questa esperienza facendo il mio percorso in maniera tranquilla e serena“.


Il regolamento gli vieta di giudicare gli italiani sulla linea di tiro, quindi in vista di una possibile finale Fulvio Cantini ammette senza pensarci troppo: “preferirei lasciare spazio agli arcieri, per me è già un orgoglio essere arrivato all’Olimpiade“.

Il teatro delle sfide sarà il Lord’s Cricket Ground, stadio affascinate e storico ma con problemi legati al meteo: “Speriamo che sia bel tempo - continua Fulvio Cantini - perché la pioggia rende più difficile anche il lavoro degli arbitri“.

Internazionale dal 1995, la gara che gli è rimasta nel cuore è stata la Coppa del mondo a Lipsia. Dall’alto della sua esperienza sa quali sono le caratteristiche che deve avere un arbitro olimpico: “la cosa più importante è l’equilibrio, bisogna essere riflessivi e non prendere mai decisioni avventate. Staremo sul campo di gare tutto il giorno quindi ci vorrà anche tantissima concentrazione“.

La sua Olimpiade sta per iniziare e il primo in bocca a lupo arriva da Luca Stucchi arbitro della finale di Pechino 2008. “Conosco molto bene Fulvio e so che farà un lavoro egregio“, queste le parole di Stucchi che aggiunge “gli consiglio di godere a pieno quest’esperienza perché è un’emozione unica“.
Anche per l’ultimo arbitro ad incoronare l’oro olimpico è la concentrazione a fare al differenza sui campi di gara: “noi rispetto ad altri sport abbiamo un vantaggio, non dobbiamo prendere decisioni in tempo reale perché non seguiamo un’azione dinamica. Il problema è che sul campo possono verificarsi miriadi di situazioni. Un buon arbitro deve saper applicare il regolamento con elasticità e seguendo la filosofia della regola“.

Fulvio Cantini non vede l’ora di iniziare mentre per chi ci è già passato l’emozione olimpica sarà per sempre indimenticabile: “prima di Pechino - racconta Luca Stucchi - avevo molta esperienza internazionale, ma l’Olimpiade è qualcosa di diverso. In Cina grazie alla splendida organizzazione ti sentivi davvero coinvolto. Ci hanno sempre insegnato che un buon arbitro deve essere invisibile ma durante le gare a cinque cerchi ti senti anche tu parte fondamentale del meccanismo“.

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