lunedì 16 aprile 2012

Prepara il tuo tiro!


Questo articolo è tratto dalla rivista Bogen ed è stato tradotto dal tedesco da Alessandra Nespoli che ringrazio pubblicamente per l'ottimo lavoro svolto. A fondo pagina il link per scaricare il file PDF completo con le foto.

Consigli e trucchi di John Dudley

Prepara il tuo tiro:

Tieni la direzione / Sfrutta le tue capacità / Ci si può riuscire con un allenamento mirato

Il tiro con l’arco è come un buon film o un buon libro. Deve essere buono dall’inizio alla fine. Occorrono un contenuto solido e un intreccio progressivo, che si articoli per tutta la trama. Lo svolgimento deve essere fluido e conseguente di pagina in pagina, altrimenti si perdono la concentrazione e lo svolgimento dell’intreccio. Inoltre, un film davvero buono ha una conclusione dinamica e sorprendente. Secondo me, questo vale anche per i buoni tiri nella pratica del tiro con l’arco. C’è bisogno di un fondamento forte e di un movimento continuo con un finale molto dinamico.


Un film o un libro che non tiene vivo l’interesse, non sarà mai considerato “buono”. Allo stesso modo non avrebbe senso seguire punto per punto l’intero svolgimento del tiro senza il follow-through fino al momento in cui la freccia colpisce il bersaglio. Intendo parlare delle ultime frazioni di secondo che passano tra il clic dello sgancio meccanico e l’istante in cui la freccia lascia il poggiafreccia. Saranno probabilmente questi pochi millesimi di secondo a decidere se la freccia farà centro o no.


Prepara il tuo tiro

Immaginiamo per un momento di scrivere un libro sul buon tiro con l’arco. Innanzitutto dobbiamo avere come fondamento un’introduzione o un inizio. Dobbiamo definire i vari capitoli e combinarli in modo che successivamente riuniscano in sé l’intera storia. In questo caso il fondamento è il nostro svolgimento del tiro. Probabilmente sei un lettore regolare della rivista Bogensport e sei in grado di comprendere cos’è un buon svolgimento del tiro. Ne ho già scritto spesso. Lo svolgimento del mio tiro si compone di posizione, presa, spalle, ancoraggio e peep. Questi sono i cinque step che ripercorro sistematicamente nella mia mente di tiro in tiro.

Questi sono il mio fondamento e, secondo me, sono IL fondamento di ogni arciere compound. Basandosi su questo fondamento è importante disporre di un’ambientazione ed anche di un contenuto. Ricordiamoci, a questo riguardo, quanto scrissi nell’ultima edizione riguardo agli svolgimenti dei cicli di trazione. Il ciclo di trazione è importante perché, in questo modo, si assicura che quando il tiro parte siano richiamate nella sequenza corretta tutte le zone parziali. Se hai letto quell’articolo, sai che alla fine abbiamo parlato del “PRE-LOAD” ovvero della trazione dinamica sulla parete posteriore della camma.

È proprio il PRE-LOAD a preparare il nostro libro per una fine dinamica o per l’ultimo capitolo. Se abbiamo pronti tutti questi ingredienti siamo in grado di chiudere e di arrivare al finale. Una buona chiusura deve essere la logica conseguenza del resto della storia. È importante non deviare né a sinistra né a destra, perché altrimenti si perderebbero la direzione o la chiusura. Il finale deve essere come una bella immagine, congelata come un’istantanea, talmente era perfetta. Lo stesso vale per il tiro con l’arco e ogni arciere dovrebbe essere in grado. Intendo mostrarvi un fondamento perfetto e mettere correttamente in sequenza tutte le zone per poter realizzare un tiro perfetto. Se è stato fatto tutto e la freccia si stacca, io desidero che ognuno sia in grado di effettuare il follow-through e di concludere il tiro. Un finale robusto crea un tiro forte che sembra irreprensibile e perfetto.

Senza un follow-through prolungato o una fine robusta in queste poche frazioni di secondo avverrà qualcosa di negativo. Credimi, basta qualche frazione di secondo per un risultato negativo.

Tieni la direzione

Durante gli ultimi istanti del tiro è importante che la mano della corda arretri in linea retta rispetto alla traiettoria di volo della freccia. In questo modo la freccia vola esattamente nella direzione del bersaglio senza influenze laterali. Allo stesso modo, se la mano posteriore si allontana dalla linea della freccia verso sinistra o destra, influisce sulla corda ed il risultato è che la freccia non andrà dove avevamo mirato. In passato avevo scritto anche riguardo alla mano della corda e all’importanza di usarla sempre in modo uniforme e ripetibile. Allora, avevo scritto in particolare del posizionamento della mano, ma qui parlo piuttosto della direzione di movimento della mano, quando essa si allontana dalla corda.

Guarda le immagini dell’arciere dall’alto. Puoi riconoscere la differenza della posizione della mano della corda della figura uno rispetto alla figura due. Nella figura uno, la mano della corda arretra lungo la stessa linea lungo la quale la corda si sposta in avanti. Nella seconda serie si vede che la mano si sposta all’esterno, cosa che, naturalmente, non va bene. Il fatto che la mano della corda si sposti verso l’esterno e si allontani dal viso, ha conseguenze dirette sulla direzione del volo della freccia. Sono certo che hai già sentito parlare dello “strappo” della corda, quando si tira con le dita. Ciò avviene se il tiratore allontana questa corda dal viso invece di lasciarla in modo pulito. Nel caso dello “strappo” si può vedere volare una freccia scodinzolante nella direzione del bersaglio. Lo stesso avviene se un arciere chiude male un tiro. La freccia lascerà l’arco con uno scostamento laterale.

Se si esegue il tiro correttamente, una chiusura pulita e un follow-through eviteranno le oscillazioni laterali della corda e determineranno un bel volo della freccia verso il centro.

Sfrutta le tue capacità

Da molti anni alleno presso JVD in Olanda. Tiro insieme a Fred van Zupthen, un altro fantastico tiratore. Fred nota un punto debole nel mio finale. Disse che di tanto in tanto non ero in linea retta, poiché a volte allontanavo la mano della corda dal viso, proprio come ho descritto prima.

Onestamente, non avevo notato ciò che facevo in quanto sapevo di aver effettuato un tiro dinamico senza anticipazione. Ho detto a Fred che contraggo intensamente la muscolatura della schiena e non so cosa accade. Fred allora mi ha fatto portare l’attenzione sul mio bicipite. Ha detto che, invece di focalizzarmi sul rilascio, devo concentrarmi sulla tensione del bicipite affinché la mano resti in corrispondenza del viso. Si trattava soltanto di un piccolissimo pezzo del puzzle, ma dal momento in cui mi sono concentrato su ciò, ho visto una riduzione del mio scostamento laterale. Il metodo del bicipite è semplice. Se il tiratore tira la mano della corda lungo la linea della mascella utilizzando la muscolatura della schiena, azionerà il rilascio.

In questo caso occorre spostare la concentrazione dai muscoli della schiena alla contrazione del bicipite. Questa contrazione nel caso della mano della corda fa sì, automaticamente, che essa si porti con un solo movimento dietro l’osso della mascella e la mano della corda in seguito si troverà quindi sopra la spalla posteriore.

Il bicipite è decisivo!

Per spiegarlo ancora una volta: la chiusura perfetta è quella in cui la mano della corda arretra in corrispondenza della linea della mascella dietro l’orecchio per finire sopra la spalla. Fred l’aveva imparato nel corso dei suoi successi nel tiro con l’arco ricurvo prima di passare al compound. La contrazione del bicipite è una delle molte cose comuni ai due tipi di arco. Focalizzarsi su di essa è una faccenda semplicissima ed ha un’efficacia enorme.

Un paio di mesi prima stavo guardando i Campionati del mondo in diretta su Internet. Ho notato che molti tiratori che non ultimavano il loro tiro, perdevano. Molti di loro iniziavano in modo robusto, in seguito erano contratti e terminavano con il rilascio. È un errore piccolo che può capitare, credo di averlo fatto anch’io. Il miglior modo di evitare di fare un errore è conoscerlo ed evitarlo, costi quello che costi. Concentrarsi sul finale è una delle cose semplici che porta uno dei migliori risultati, quando si ci riesce. Se un arciere esegue tutto correttamente, se i fondamenti sono esatti e se il tiro è dinamico con un bel finale, quest’ultimo risulta un vero capolavoro. Tuttavia, ci sono solo pochi arcieri al mondo da stare a guardare mentre tirano, anche se si sa che una freccia diventa un dieci soltanto in base all’esecuzione del tiro. Desidero davvero che ognuno possa sperimentare questo flusso di movimento. Ci si può arrivare con un training mirato e niente vi potrà ostacolare dal farlo. Forse un giorno si potrà leggere la tua storia, una storia con un finale forte e un percorso perfetto fino alla conclusione.

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